Negli ultimi dieci anni c’è stato un susseguirsi di fallimenti e di messa in liquidazione e concordato preventivo di compagnie aeree italiane: Eurofly, Windjet, Airone, Meridiana, Blue Panorama, Alitalia fino ad arrivare ai giorni nostri ad Air Italy ed Ernest Airlines.

Sicuramente ognuna di queste compagnie ha avuto una propria storia, ma per tutte ci sono delle cause comuni che ne hanno determinato il fallimento o quantomeno contribuito in maniera rilevante.
Innanzitutto strategie industriali sbagliate in quanto fondate sulla convinzione di poter operare solo sul territorio nazionale, senza capire che la competizione è quanto meno su scala europea se non addirittura mondiale.
Poi c’è il fantasma di Alitalia che continua ad aggirarsi grazie al finanziamento pubblico, causando una sorta di concorrenza sleale nei confronti delle altre compagnie.
A ciò si aggiungono anche i costi elevati del sistema italiano e la concorrenza delle compagnie low cost, che oltre ad avere costi di gestione più bassi, godono anche di agevolazioni fiscali.
Una situazione questa, difficile da comprendere se si guarda alla situazione internazionale, dove la IATA- associazione internazionale del trasporto aereo – ha registrato nel 2019 un aumento del traffico dei passeggeri a livello mondiale.