Quanto costeranno i biglietti aerei nel post Coronavirus?

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Ormai lo sappiamo, saranno vacanze insolite quelle dell’estate 2020!

Quanto costeranno i biglietti aerei nel post Coronavirus?

La forzata convivenza con il Coronavirus, che purtroppo perdurerà ancora per mesi, costringerà probabilmente i viaggiatori a privilegiare un turismo di prossimità e verranno quindi favoriite mete di vacanza più vicine e possibilmente meno affollate.

Per gli italiani, i viaggi all’estero e gli spostamenti verso mete di vacanza più lontane non saranno probabilmente possibili questa estate, così come gli stranieri difficilmente raggiungeranno l’Italia nei prossimi mesi.

Quanto al trasporto aereo, condividiamo il parere espresso dal capo economista della IATA, l’organizzazione internazionale delle compagnie aeree a cui oggi aderiscono più di 230 vettori, il quale prevede una lenta ripresa nella seconda metà dell’anno, in particolare verso la fine del 2020:

“I blocchi ai movimenti imposti dagli Stati e la pesante recessione economica renderanno più semplice l’apertura prima dei voli a livello nazionale, poi regionale e internazionale”

Su tali premesse ed auspicando una pronta ripresa del turismo e con esso del traffico aereo, anche al fine di fantasticare un po’ sulle future mete di vacanza, è ragionevole cominciarsi a porre il quesito

Quanto costerà volare in futuro? I biglietti aerei saranno più cari?

Per ora è chiaro che il traffico aereo riprenderà se si riuscirà a ripristinare la fiducia del passeggero all’utilizzo del mezzo aereo; ciò implicherà l’introduzione di misure che limitino il rischio di trasmissione del Coronavirus a bordo.

Quanto al costo dei biglietti, sotto qualche aspetto, è ragionevole pensare che nei primi tempi le compagnie aeree per incentivare la ripresa dell’utilizzo dell’aereo proporranno tariffe vantaggiose ai passeggeri.

Un esempio in questo senso ci giunge già dalla compagnia spagnola Volotea, la quale, nonostante abbia la flotta a terra a causa dello stop ai viaggi per la pandemia di Coronavirus, ottimisticamente, ha voli in programmazione già da maggio, per voli interni in Italia e lancia offerte a partire da 19 euro sui propri voli per le località di vacanza, come la Sardegna e le isole della Grecia.

Tuttavia, da una analisi più approfondita della drammatica situazione economica nella quale versano anche tutte le compagnie aeree del mondo, si potrebbe giungere a previsioni meno ottimistiche circa gli importi ai quali verranno messi in vendita i biglietti aerei.

Sempre secondo IATA, la crisi sanitaria per il coronavirus e il fermo globale del trasporto aereo faranno perdere alle compagnie almeno 314 miliari di dollari di ricavi, più della metà degli introiti totali derivanti della vendita dei biglietti aerei ai passeggeri.

A ciò si aggiunga che le restrizioni, la recessione, il crollo della domanda e la necessità di mantenere, quantomeno nei primi mesi, le distanze a bordo sacrificando almeno un terzo dei posti, comporterà per le compagnie aeree l’aumento dei costi operativi.

Sarà proprio il “distanziamento sociale” a rendere ancor più gravosa la ripresa dei voli!

Se per un verso infatti adottare specifiche misure per garantire standard di sicurezza legati al distanziamento rassicurerà i passeggeri sull’utilizzo del mezzo aereo, per altro, per le compagnie aeree significherà rinunziare alle entrate derivanti dalla vendita di almeno un terzo dei posti disponibili sull’aeromobile e ciò nonostante il fatto che i costi fissi rimarranno invariati; si pensi al carburante, al noleggio dell’aeromobile e del personale.

Tali preoccupazioni hanno spinto Michael O’Leary, il ceo della low cost irlandese Ryanair, a dichiarare ufficialmente

“E’ una follia pensare di volare con l’aereo mezzo vuoto”

Il distanziamento sociale – sempre a dire del seo Ryanair – sarebbe una misura, oltre che non profittevole per le compagnie aeree, anche inutile per le esigenze di tutela del passeggero

“Le persone arrivano in aeroporto in treno, si affollano ai check-in e sul volo, anche con il posto di mezzo vuoto, non ci saranno mai due metri tra i passeggeri. L’unica strada sensata è quella avanzata in Asia, dove alcuni voli domestici stanno ripartendo con l’obbligo di mascherina e di misurazione della temperatura”

Di parere opposto invece la low cost londinese easyJet la quale, per il tramite del proprio ceo, in un’intervista sul Guardian ha dichiarato

 “La separazione in aereo e quindi i posti vuoti sono imprescindibili. Almeno in un primo tempo, ma non possiamo sapere per quanto andrà avanti”.

Ed aggiunge poi, easyJet può farcela ugualmente anche a queste condizioni.

In ogni caso, appare indubitabile che, affinchè le compagnie aeree possano restare profittevoli, occorrerà incassare di più.

Sulla base di tutte le circostanze suddette, avremo una contemporanea riduzione della domanda e dell’offerta dei voli che, in termini economici, potrà inevitabilmente comportare per i passeggeri un rilevante aumento del costo dei biglietti aerei!     

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